“Ballare significa avere una storia da raccontare”.
Questo è quello che affermava Rudolph Nurejev.
Un personaggio, un ballerino e coreografo inarrivabile. Queste sue parole mi hanno dato lo spunto per dire che:
Se non hai una storia da raccontare non hai uno scopo per disegnare…
Disegnare significa avere una storia da raccontare
È così. È un’affermazione che sento molto mia, e questa è la storia che adesso ti voglio raccontare.
IL CONTATTO
Mi chiama una persona, già ci conosciamo in quanto vicini di lavoro, mi chiede un parere su un’operazione immobiliare che intende fare. Mi rendo disponibile. Per la prima volta visito gli spazi interni del sito e allo stesso tempo ho modo di vedere anche tutto il resto del contesto dove sono situati. Immediatamente nascono in me una serie di pensieri, di immagini che d’impulso porto e trasferisco in schizzi lì seduta stante. Naturalmente attraverso l’uso della mia fedele matita.
A volte ci sono delle situazioni che si generano, non voglio dire in modo mistico, ma come un colpo di fulmine, di quelli che capitano quando incontri per la prima volta una persona e ne rimani folgorato e lì in un attimo vieni avvolto da una piacevole e calda sensazione.
La mano inizia a disegnare. Il tempo che passa tra il pensiero nella mia mente e il movimento della mano stessa è il tempo della sedimentazione. È il tempo attraverso il quale il pensiero si trasforma in segno, in progetto. È il tempo che fa sì che il tutto mi passi davanti in modo fotografico, fino all’apparire di immagini di come diventerà questo luogo.
LA NASCITA DEL PROGETTO
È così che è nato questo progetto, su quella che era la vecchia sede della famosa ex fabbrica dei trenini Lima, nata a Vicenza tra gli anni ’50 e ’60.
Entrare in questo luogo, dismesso e abbandonato, mi ha trasmesso subito la sensazione di camminare in mezzo a un sacco di persone. Mi immaginavo tutto, percepivo una sorta di brusio, tipico rumore di sottofondo dei siti produttivi. Vedevo viavai di gente che lavorava attorno ai pezzi di questi trenini che tutti noi fin da ragazzini abbiamo in qualche modo visto, toccato e sognato.
Il sito ha chiaramente una sua storia ed è una storia che appartiene un po’ a tutti quanti noi, beh se non a tutti, direi veramente a tanti, e questo crea emozioni, crea delle vibrazioni pensando magari all’infanzia e a quando hai ricevuto a Natale un pacco che conteneva un trenino Lima.
E poi Natale dopo Natale ci hai costruito attorno una stazione. Senti il fischio, il rumore del treno che scarrozza sulle rotaie, e poi i sogni, le immagini che appaiono guardando attraverso i finestrini. Anche se sono solo “trenini”, tu sei in viaggio e solo la tua immaginazione può limitare la meta.
Prima intervista
Il protagonista è ANDREA, il cliente. Riassunto delle note scritte in questi giorni.
I significati che penso siano giusti per Andrea.
- Voglia di Famiglia, voglia di sistemarsi.
- Voglia di vivere la casa come la prima che aveva, dove riceveva gli amici.
- Voglia di stare in forma fisica e alimentarsi bene.
- Molto attento ai temi del risparmio energetico, della salubrità degli ambienti, alla matericità, ai prodotti naturali.
Generazioni intere hanno viaggiato con i trenini Lima, e molti lo fanno ancora, ma in una parte di quel sito dove appunto nascevano i sogni, ora stanno nascendo due nuovi spazi che con un gioco di “recupero della memoria” sono trasformati in una sorta di stazione immaginaria, dove delle nuove persone inizieranno il loro viaggio.
Un viaggio che sarà anche in parte un percorso, come una trasformazione personale, quindi un viaggio pieno di significati che ci porterà alla meta: la loro nuova casa.
Un progetto pensato come tappe di vita da vivere, luoghi di sosta e di transito simili alle stazioni. Ogni stazione con il suo significato, con la conseguenza di recuperare la memoria portando così un piccolo omaggio e un piccolo pensiero a tutte le maestranze, persone che sono transitate i questi luoghi. In questo modo c’è un po’ l’aspirazione di far rivivere non solo i luoghi, ma anche i valori umani.
– FINE PRIMA PARTE –