SPOT SU PHOENIX TV IN CHINA
… e poi succede l’imprevedibile.
Ottobre 2012. Siamo in visita a un’importante azienda cinese di ceramiche, la Dongpeng, a Foshan, che è il distretto delle ceramiche in Cina.
Come sempre veniamo accolti con ospitalità che, come ho già avuto modo di dire, a volte è quasi imbarazzante da quanto attenta.
L’incontro è tutto un rito: per primo arriva il direttore marketing, che si presenta, ci dà la sua business card e anticipa che da lì a poco arriverà il CEO. Il Ceo arriva e è una donna. Le Donne in China ricoprono molto spesso ruoli importanti nelle aziende.
Le istruzioni che ricevo da Virginia sono perentorie: Carlo, modalità China.
Il che significa: portamento fiero, testa alta, sorriso… insomma sii un Professionista con la P maiuscola.
Se sgarro, conosco la pena… un calcio negli stinchi, e non è uno scherzo.
Mi dicono di accomodarmi e lì arriva il primo “avviso di Virginia”: aspettare. Loro decidono i posti.
Tutto è studiato e nulla lasciato al caso. La CEO dopo essersi a sua volta presentata con tutti i crismi, anticipa che sarebbe arrivato subito il Boss che per fortuna appare nella stanza e tutto si risolve, ora ci si può sedere.
Scambio di saluti, di business card e naturalmente ordina subito un the e mi fa cenno di sedermi al suo fianco.
Il nostro partner cinese Ready inizia a parlare con il Boss illustrandogli chi sono, cosa faccio, i ruoli associativi che ho ricoperto e ricopro. Per i Cinesi e in Cina far parte di Associazioni ha il suo valore, soprattutto se ricopri cariche di livello.
Segue la conversazione in rigorosa modalità China, il che sinceramente non è semplice visto che parlano in cinese anche se Ready mi riporta quanto stanno discutendo.
Però anche se parlano in Cinese una cosa però la noto: il Boss è da un po’ che mi fissa e poi parla con Ready, mi fissa e riparla con Ready e questa cosa si ripete qualche volta fino a che si mettono tutti a ridere… e mi guardano.
Resto basito, chiedo a Virginia: ”Scusa cos’è che…”, non riesco nemmeno a finire la frase che mi zittisce. Mi trattengo a stento, quando Ready riprende a parlare con il Boss, guardandomi e guardandolo riprendono a ridere… Ora è troppo!
Modalità China o non modalità China guardo Ready e gli dico: ”Scusa posso sapere perché ridete? Posso ridere anch’io?”.
Mi guarda e sempre ridendo mi dice che il Boss gli ha detto: “Lui sì, ha proprio l’aspetto di un designer, sì insomma, si vede”. Io di rimando insisto: “OK va bene lo sono, e quindi?”.
Ready continua dicendomi: “Il Boss dice che potresti fare da testimonial all’azienda, ora hanno un olimpionico ma tu saresti assolutamente perfetto!”. E lì sono io che mi metto a ridere.
Il Boss riprende a parlare e Virginia a quel punto gli si rivolge in cinese direttamente.
Cala un improvviso silenzio… sottovoce e lentamente chiedo a Virginia: “Ma cosa succede ?”.
E lei mi fa: “Carlo, continua a dire che sei perfetto per fare il testimonial, l’olimpionico ha il contratto scaduto con l’Olimpionico, allora io gli ho detto che invece di continuare a parlarne metta giù un contratto d’ingaggio”.
Non fa nemmeno in tempo a finire di raccontarmi questo che il Boss comincia a dare ordini alla CEO, che li dà al direttore marketing, che in un attimo sparisce. Torna dopo nemmeno mezz’ora con la bozza del contratto, pronto da firmare.
Di lì a poco dovevamo partire per prendere un volo per raggiungere il luogo dove, il giorno successivo avrei tenuto uno speech, nell’ambito dei Roadshow organizzati in giro per la Cina, tutti eventi già calendarizzati e confermati.
Ma quando i cinesi hanno deciso di fare qualcosa non si fanno fermare da niente e da nessuno: dopo un po’ di negoziazione ho firmato il contratto come testimonial, e di conseguenza hanno fatto cambiare i voli per fare sì che due giorni dopo fossimo sul set per le riprese.
Esatto ho detto set. Ciak: si girano gli spot per la TV.
Giorno della riprese: Arrivano i vestiti di scena, quelli che dovrei indossare… Non vi dico… perfetto stile IL PADRINO. Dei terribili gessati con doppio petto… NO WAY, semplicemente mi rifiuto, ho una reputazione da difendere io.
Questo mio rifiuto scatena il panico sul set. Sono tutti agitati e tesi, invadono il set.
Prendo in mano la situazione, faccio scaricare la mia valigia dall’auto e ne escono le mie giacche Armani, i miei pantaloni e camicie fatti su misura, gli stivaletti alla Beatles di Rossetti. Sì insomma, avere buon gusto e saper mixare e coordinare il look dà le sue soddisfazioni, anche se chiaramente non è per tutti. Non certo per i Cinesi.
Tutto si calma e arriva la truccatrice, molto carina. Iniziano le operazioni di trucco di preparazione alle riprese. Tutto procede bene fino a quando mi dicono che vogliono farmi le meches argentate, perchè sembro troppo giovane.
E qui parte il secondo rifiuto, dopo mezz’ora di discussione, memore dell’invasione del set precedente, e visto che i Cinesi SONO TANTI, permetto un leggero tocco sulle basette, ripeto, leggero.
Essere spontanei, veri, essere se stessi ti fa sentire bene, mi fa sentire bene.
Completato l’outfit e il trucco iniziano le riprese sul set.
Presenti il regista, il fotografo, la telecamera centrale, una sulla giraffa, i tecnici delle luci… insomma un esercito.
C’è un gigantesco telo verde a terra che poi sale come fondale alle mie spalle, tipico dei set fotografici, ma a pavimento ci sono tutta una serie di crocette che dovrei seguire camminando diritto davanti a me.
Inizio a camminare seguendo le istruzione e le crocette, mi fermano. Il regista controlla il monitor… scuote la testa, più di una volta, non sembra contento
Mi fanno ripetere l’operazione. Niente.
Il regista ha sempre la stessa espressione. Summit tra regista, Virginia e Ready. Dal summit Virginia mi dice che le hanno detto che cammino “ciondolando”.
Non capisco, io non ciondolo, diglielo Virginia.
Virginia prova a spiegare al regista che, quello sono io, che cammino proprio così. È il mio modo.
Ripetiamo la scena, il regista è disperato!
Ok niente paura, dopo un po’ ripetiamo tutto. Niente da fare.
Però ora c’è una variante, alla disperazione del regista si aggiungono le risate di Virginia e Ready.
Qui capisci i “veri amici quali sono”: provate voi a camminare accerchiato da cinesi seguendo dei puntini e delle crocette a pavimento, guardando in alto, e avere davanti due che dovrebbero supportarti e che invece di farlo ridono a crepapelle senza alcun ritegno… Questa era la scena!
Il regista è sempre più nervoso e disperato… ma lui non sa che quelle risate hanno fatto scattare qualcosa in me, un moto di orgoglio.
La scena doveva rappresentarmi mentre camminavo volgendo lo sguardo verso l’alto, uno sguardo fiero, immaginando di vedere qualcosa di importante, di molto importante.
Ripetiamo per l’ennesima volta la scena, ciak si gira.
Questa volta alla fine cala il silenzio, il regista controlla il monitor e se ne esce con un: “WHOOOOOOOOOOOO!”. Sul suo viso appare un sorriso e una espressione di incredulità.
Il video è fatto, sono fatte pure le foto e quindi lasciamo il set per riprendere il nostro road-show.
Un paio di mesi dopo siamo in hotel a Pechino e Ready mi chiama al telefono in camera e mi dice: ”Accendi la TV e vai sul canale di Phoenix Tv”.
Eseguo, trovo il canale e gli dico: “C’è Obama intervistato da un giornalista…” e lui: “Tu aspetta e vedrai”.
Passa qualche minuto e… ecco che parte lo Spot della Dongpeng e cosa vedo? Carlo in TV a Pechino!
Emozione: Tutto può succedere nella vita e bisogna essere preparati a tutto.
Lezione: Pensando al video, a come è nato sotto pressione, penso che nelle difficoltà riusciamo a dare il meglio di noi.