MR. CHEN, TRA RELIGIONE E CALCIO
Durante uno dei pranzi ai quali siamo stati invitati, un manager di una impresa di costruzione di Guangzhou, la Jinglong Decoration, si avvicina e si presenta. Classico rituale di scambio di business card, e di lì a poco l’invito a un meeting con lui in azienda per un incontro conoscitivo. Accettiamo e il giorno dopo un’auto ci viene a prendere per accompagnarci all’incontro.
Siamo nella loro sede, un vecchio edificio in mezzo a una folta vegetazione che sembra mangiarselo, assomiglia a un ambiente da film, con tutte quelle pale a soffitto nei corridoi che fanno girare l’aria calda e umida che sembra pesare qualche tonnellata. È tutto molto sub-tropicale.
Ci chiedono di attendere in quanto sta arrivando il proprietario.
Dopo un po’ ci fanno accomodare nel suo ufficio che ha un arredo tipo old english, un coloniale mixato oriente. Appare Mr. Chen.
Dico io, non ho problemi se hai le infradito e sei in blue-jeans, non mi formalizzo. Ma la maglietta da calcio del Borussia Dortmund per giunta con le macchie di unto, è un po’ eccessiva.
Sorrido e gli chiedo: “Ah sei un fan del BD ?”. Lui sorride compiaciuto e io di rimando: ”Anche a me piace il calcio, seguo l’AC Milan.” E lì sorride un po’ meno… 1-0 eheheheh.
Mr. Chen ci offre come da rituale il tea e tra un sorso e l’altro noi ci presentiamo. Inizia a raccontarci la sua storia personale: ha iniziato in bicicletta, si è fatto tutto da solo e ora ha un’impresa con oltre 35 mila dipendenti. Più lo ascoltavo e più mi sembrava una storia tutta Veneta.
Poi continua e aggiunge che è un ex militare, etc etc e qui la storia si è fatta molto più di tipo sovietico e molto meno Veneta.
Ci invita a spostarci in un’altra sala per la presentazione dell’azienda.
La prima cosa che ci fanno vedere è naturalmente l’organigramma, con tutte le caselle al loro posto evidenziate per ruolo e dipartimenti. Una volta viste tutte le slide, parte un filmato che sembrava di essere a Hollywood.
Tra i vari progetti ne spiccavano alcuni relativi a 3 compound locati sulle sponde del Pearl River, oltre 2 Ml di mq di costruzioni.
Il film illustrava l’architettura degli edifici, il loro inserimento ambientale, la via fluviale che connetteva gli yacht che potevano arrivare dalla vicina Hong Kong e che potevano attraccare nella marina progettata davanti ai building. Un filmato notevole di un progetto notevole.
La presentazione finisce e le persone dello staff invitate salutano e iniziano ad uscire dalla sala. Ci alziamo anche noi ma Mr. Chen ci chiede se possiamo fermarci ancora un po’. Acconsentiamo.
Quindi rimaniamo noi, un Architetto di Hong Kong e il suo braccio destro Ben.
Quest’ultimo, che di fatto vive a Los Angeles in California, ci dice che Mr .Chen ha bisogno di un parere su una cosa “delicata”.
La cosa mi incuriosisce molto. Ci hanno appena conosciuti e ci chiedono un parere “delicato”… che sarà mai.
Fanno partire un altro filmato. È di un progetto situato a Macau.
È un Hotel con relativo centro commerciale, casinò e altro ancora.
La presentazione si sofferma su quella cosa che chiamano “Gate of Harmony”: un immenso doppio portone alto circa 6 mt, in bronzo, ferro, ottone e altri materiali pregiati.
Lì per lì non comprendo cosa vogliono da me. Il progetto del portone è italiano, vedo che hanno tutti i bozzetti, i disegni esecutivi, hanno tutti i dettagli possibili immaginabili, tutto ben fatto. Sono perplesso.
Poi comprendo. A un attento esame dei bozzetti emergono una serie di simboli sacri. I simboli sacri sono mescolati a una sorta di immagini allegoriche di animali, piante e altro ancora, per le quali non riesco a trovare un nesso con quelle sacre.
Mi evidenziano la loro perplessità ed è su questo tema che vogliono un mio parere.
Che faccio? Gli dico ciò che mi è palesato in testa o sto sul vago? Mi butto.
Gli dico che al primo sguardo mi sembra un portone per una chiesa, una cattedrale, vista la simbologia principale che mostra anche l’immagine di Cristo dentro a un ostensorio.
Silenzio tombale.
L’Architetto di Hong Kong comincia a spiegare che è solo una porta con decorazioni varie. Rispondo che il progetto della porta è bello, ben dettagliato ma la problematica è la location Macau, che non è proprio un luogo sacro.
Un portone di tali dimensioni con quei simboli sacri in evidenza, posto in un Hotel, casinò etc etc agli occhi di un turista cattolico-cristiano potrebbe sembrare blasfemo e concludo che questa è solo la mia personale opinione.
Confabulano un po’ tra di loro qualcosa in Cantonese, probabilmente perchè Virginia avrebbe compreso il Cinese, e quindi la presentazione finisce. Salutiamo tutti e Ben ci dice di seguirlo perchè ci riaccompagna in Hotel.
Durante il tragitto ci spiega che Mr. Chen desiderava il mio parere in quanto Italiano, perchè la porta era dal 2013 in fase di lavorazione proprio in Italia e aggiunge anche che il boss ci teneva a capirne di più in quanto la moglie cinese che vive a Vancouver è cattolica praticante.
Non ho idea di come sia andata a finire la storia… succede però che due giorni dopo Ben ci chiama e ci dice che Mr. Chen ci vorrebbe rivedere… Andiamo.
Inizia a parlare di calcio, mi aspetto che ritorni sul BD o qualcosa di simile invece dice che nel 2018 (noi siamo nel 2015) ci saranno i Campionati del Mondo in Russia e loro hanno una Join Venture a Mosca per riqualificare una serie di Hotel e chiede se siamo interessati a collaborare con loro, “of course” diciamo io e Virginia, preparate un agreement, dice Lei.
Da lì a 3 mesi siamo a Mosca per un sopralluogo e rilievo dei siti per i quali abbiamo poi realizzato i Concept Hotel.
Ho avuto la sensazione che Mr. Chen abbia apprezzato la franchezza durante la discussione sul Gate of Harmony.
Emozione: Trovarsi a un pranzo, conoscere persone ed essere presentati a una azienda, passare tra tematiche religiose e poi sportive per venire poi catapultati dentro a dinamiche Cino-Sovietiche, beh è emozionante e gratificante.
Lezione: Non era la maglietta del Milan, era quella del Borussia Dortmund e per giunta con le macchie di unto, però… il finale è stato diverso da quello che si poteva immaginare.